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L'isola di San Giulio (Lago d'Orta)

  • Immagine del redattore: appartamentimartin
    appartamentimartin
  • 21 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 mar 2018

L'isola di San Giulio è certamente il gioiello più bello del Lago d'Orta.

Affacciata sul comune di Orta San Giulio, di cui fa parte e dal quale si può partire in traghetto per raggiungerla, l'isola è dominata dalla basilica romanica, dal palazzo vescovile e dall’abbazia benedettina.


L'ISOLA TRA STORIA E LEGGENDA

Secondo un'antica leggenda, nella seconda metà del IV secolo dopo Cristo San Giulio, fuggito dalla Grecia per scampare alle persecuzioni, iniziò ad erigere chiese cristiane per combattere il paganesimo. Volendo a tutti i costi costruire la sua centesima chiesa, si spinse fìn sulle rive del Lago d'Orta e qui, affascinato dal luogo, rimase a contemplare l'isola, la quale, si dice, fosse allora infestata da draghi e serpenti. Il santo, non trovando una barca, stese il proprio mantello sull'acqua e camminandovi sopra raggiunse l'isola. Scacciati draghi e serpenti con la sola forza della parola, cominciò a costruire la sua centesima chiesa, nella quale fu poi sepolto.

In verità, la storia è molto più cruda e drammatica. Orta e l'isola di San Giulio conobbero periodi di lotte violente e furono teatro di feroci assedi e di battaglie sanguinose. Si crede infatti che Onorato, vescovo di Novara dal 490 al 500, abbia iniziato le opere di difesa che, continuate nei secoli successivi, ne fecero l'inespugnabile municipium di cui paria Arnolfo nell'XI secolo. Divenne ducato longobardo e fu teatro di atti violenti e sanguinosi quando nel 590 il re longobardo Agilulfo vi fece uccidere il duca Minulfo con l'accusa di tradimento. Nel 957 Berengario II, in lotta con i vescovi-conti di Novara si rinchiuse nell'isola che fu assediata per 2 mesi dalle truppe di Ottone I. Ancora assediata nel 962, venne poi restituita al vescovo di Novara. Tra alterne e drammatiche vicende Orta e l'isola rimasero sotto la dominazione dei vescovi di Novara fino al 18 luglio 1817, quando la Chiesa novarese vi rinunciò per sempre a favore di Vittorio Emanuele I, riservando al vescovo il castello e i palazzi dell'isola.



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